Il palazzo d'Avalos è sito a Vasto, in provincia di Chieti, un tempo residenza dei marchesi del Vasto, fino al 1806. Nel 1974 il comune di Vasto acquistò il palazzo dalla famiglia d'Avalos ed in seguito l'ha fatto restaurare fondandovi vari musei.
Secondo alcune ipotesi la sua origine è medievale, ma mancano dati certi, tuttavia la prima menzione è in un atto riportato dal cronista seicentesco Nicola Alfonso Viti che cita il condottiero Giacomo Caldora, feudatario di Vasto.
Nel 1427 sanziona un indennizzo per i frati agostiniani poiché egli stesso ha utilizzato parte del loro orto o giardino e dimorato nella relativa fabbrica.
Ciò, forse starebbe a provare che il nobile di Vasto non avrebbe restaurato un vecchio edificio ma ne avrebbe costruito uno nuovo di zecca.
Successivamente questo palazzo viene elogiato per la sua magnificenza, tra cui Flavio Biondo nel XV secolo lo definisce "superbissimo", ma della costruzione originaria non rimangono altre descrizioni né in particolar modo immagini.
Originariamente si trovava nel palazzo comunale, spostato nel 1859 in un salone dell'ex convento di San Francesco.
Fu chiuso e smantellato nel 1956 e riallestito nella sede attuale nel 1989-1998. I reperti esposti, provenienti dalla provincia di Chieti spaziano da un'epoca che va dal IX secolo a.C. all'alto medioevo. Il percorso museale è così strutturato:
È stato aperto nel 1995.
Il percorso museale è così strutturato:
È stato ideato verso la metà del XIX secolo da Filippo Palizzi insieme all'allora sindaco di Vasto.
È stata aperta una prima volta nel 1849 per poi essere riaperta di nuovo nel 1999. Tra le opere esposte vi sono quadri dell'Ottocento